Anche se la Rai aveva già mandato in onda due serie animate giapponesi come Vicky il vichingo e Heidy, fu nel 1978 che scoppiò una vera e propria bomba mediatica: Martedì 4 Aprile 1978 alle ore 18.00 iniziò un nuovo cartone animato Atlas Ufo Robot.
Questa a differenza degli altri due, non era una coproduzione e, non si svolgeva nei mari nel nord o sulle Montagne svizzere bensì nel Giappone anni 70 ancora traumatizzato da Hiroshima e Nagasaki.
Quindi in una serie con Invasioni, guerre aliene Robot giganti, quest'ultimi presero il posto degli eroi Superumani in calzamaglia della Marvel e Dc.
Fu un successo clamoroso.
Innovativo, Goldrake fece incetta di seguiti, (in Francia è stata l'unica trasmissione a ricevere il 100% di share) divenne un fenomeno di costume e quindi "corteggiatissimo" dalla comunicazione pubblicitaria e dal merchandising (in tutti e due casi Goldrake fu anche vittima di grandi tarocchi).
Le sigle della trasmissione sono state ai vertici della top ten e i dischi ristampati più' volte perchè soventemente esauriti.
Il terrore del nuovo, si sa, fa paura al belpaese benpensante e moralista e Goldrake fu tacciato di essere colpevole di violenza, di spingere alla droga e ad essere (giuro) un prodotto delle Brigate rosse!
Silverio Corvisieri un politico della sinistra indipendente e membro della commissione della Rai, sul giornale la Repubblica delirò sul personaggio animato adducendo che esso era il male e che Actarus e soci fossero violenti, razzisti(?) e diseducativi.
Si mise anche Nilde Iotti che chiamò Fascista il Robot.
Si aggiunse anche un gruppo di mamme di Imola che fece esposti alla Rai, all'ansa e alla politica.
(Purtroppo non c'era ancora wats app per creare gruppi di mamme dedite al caffè mattutino dopo aver lasciato i figli in classe)
Ci fu una gogna mediatica su tutti i giornali contro il Robot, sia da organi editoriali di sinistra che di destra, diventando per la prima volta come cartone animato, un caso politico.
Inizò la censura sui cartoni ad opera della Rai (persino Capitan Harlock)
Fortunatamente gente Intelligente come Oreste del Buono o Gianni Rodar difendevano Il Robot e anziché polemizzare, chiedevano di chiedere cosa pensassero i bambini di tutto questo e non interpellare solo i "vecchi" genitori.
Alla Rai scomparvero i cartoni giapponesi e quelli acquistati dalla Mediaset furono fortemente censurati.
Fortunatamente negli anni 90 i bambini di allora, cresciuti, fecero rivivere i robottoni con i fumetti della star e Granata ma questa è un altra storia.
Scusandomi per la lunga digressione vediamo come Goldrake e tarocchi ad esso ispirati divennero testimonial di campagne pubblicitarie che, al di delle scemenze dei politici benpensanti dell'epoca, capirono la potenzialità di vendita del Robottone Spaziale.
In Italia i diritti di Atlas Ufo Robot Goldraket furono inizialmente presi dalla Elah e dalla San Carlo.
La Elah regalava gli adesivi del cartone animato ma se particolarmente favoriti dalla sorte da non trovare il messaggio "ritenta sarai più fortunato" potevi vincere dei Poster da collezionare. Inoltre sempre tra i gadget regalati con i Buble Gum, c'erano dei termoadesivi che col calore della mano facevano fuoriuscire il proprio nome.
La San Carlo con la linea di merendine Junior" rispose all'azienda concorrente regalando ai propri piccoli clienti anch'essa degli adesivi, poster e, se acquistato il pacco da dieci merendine, si riceveva una navicella di Goldrake in Polipropene da far volare in spiaggia...( io l'avevo)
Il maglificio Magnolia regalava stickers per l' acquisto delle piccole canottiere "spaziali" per gli uomini del domani....
Anche l'Ovomaltina aveva i gadget dell'eroe creato da Go Nagai
Per il ludibrio degli amanti delle pubblicità anni 80 una serie di immagini prese dalla rete e dedicate sempre a Goldrake...
Interessante poi, vedere tutti gli emuli del robot nelle pubblicità che pur non avendo il robot originale come testimonial ne inventavano uno di sana pianta dalle peculiarità fuorvianti. Uno su tutta è l'immagine creata dalla dita di abbigliamento giovane Faciba Casual ( io avevo i jeans)
Armando Borrelli
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