60 -70 pubblicità di genere dal sessismo all'emancipazione femminile - Parte 1

 Negli anni '60, la pubblicità spesso rifletteva e rinforzava stereotipi di genere. Le donne erano spesso rappresentate in ruoli tradizionali e subordinati, come casalinghe dedite esclusivamente alla cura della famiglia e alla gestione della casa. Questo tipo di pubblicità spesso utilizzava immagini e messaggi che promuovevano ideali di bellezza e comportamento femminile ristretti e stereotipati.

Con l'avvento degli anni '70 e l'emergere del movimento femminista, si iniziò a vedere un cambiamento nella pubblicità. Le campagne pubblicitarie cominciarono a riflettere e talvolta a promuovere l'emancipazione femminile. Questo cambiamento fu accompagnato da una crescente attenzione verso la rappresentazione delle donne come individui con ambizioni professionali e personali al di fuori dei tradizionali ruoli domestici.

Un esempio notevole di questa transizione è rappresentato dalla pubblicità di prodotti come gli shampoo e i detergenti per la casa, che iniziarono a mostrare donne attive e sicure di sé, spesso con carriere di successo. Questi cambiamenti riflettevano e contribuivano a una maggiore consapevolezza della parità di genere.

Nel contesto delle pubblicità dissacratorie, che utilizzano ironia o umorismo per sfidare le norme e i valori prevalenti, si possono vedere campagne che ridicolizzano i ruoli di genere tradizionali o criticano apertamente i messaggi sessisti precedenti. Queste pubblicità non solo sfidano le norme esistenti, ma aiutano anche a ridefinire il ruolo e l'immagine delle donne nella società.

Nel complesso, l'evoluzione delle pubblicità da messaggi sessisti a rappresentazioni di emancipazione femminile riflette un cambiamento più ampio nella società, in cui le questioni di genere e le aspettative sociali sono state messe in discussione e riformulate. Questo processo ha contribuito a una maggiore inclusività e rappresentanza nelle comunicazioni pubblicitarie, anche se il percorso verso una piena parità è ancora in corso.


Esempi


1968 - "Dorothy Gray."

Se ne vedono in giro sempre di più belle. Hanno il viso più fresco, la pelle più giovane, sono... più donne, ecco. Poi, mi sono accorto che la stessa cosa è successa a mia moglie. "Magia?" ho chiesto. "Macché" ha risposto "Dorothy Gray."
Annuncio per periodici
Magazine advertisement
Art Director / John Brooks
Artista / John Brooks
Fotografo / Donaldson
Cliente/Dorothy Gray



1967 - La Perla - Torino

Simpatica a prima vista... Effettivamente la foto per la pubblicità de La Perla mare riesci a far trasparire proprio questo dal manifesto pubblicitario complimenti ai creativi.




1968 - Stop 84 clame: Grana regalo di Natale.
Effettivamente...



1968 -  Maidenfotm

Nel 1968, la pubblicità di Maideinforma si è distinta per il suo messaggio innovativo. Con il claim "Quelli che gli altri non vedono", la campagna ha cercato di mettere in luce le prospettive delle donne e di sfidare i tabù dell'epoca. La pubblicità ha affrontato temi di emancipazione femminile, riconoscendo il ruolo crescente delle donne nella società. Il messaggio ha contribuito al dibattito culturale dell'epoca senza risultare particolarmente entusiasta o eclatante.



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Massimo Perfetto, Enzo Perna e altri 5



1968 - La Perla di Torino: Un Claim Memorabile

Il claim del 1968 per l'azienda di intimo Marta, basata a Torino, rappresenta un esempio notevole di comunicazione pubblicitaria. Questo messaggio innovativo per l'epoca offre una lezione di creatività che potrebbe essere di grande valore per i professionisti odierni.

Nonostante le mie ricerche sugli annuari pubblicitari e le fonti online, ho trovato scarse informazioni aggiuntive riguardanti l'azienda di intimo Marta. Questo rende difficile approfondire ulteriormente il contesto e l'impatto della campagna, ma il claim rimane un riferimento significativo nel panorama della pubblicità del periodo.





1968 - San Pellegrino 

Agenzia pubblicitaria ATA Milano


1969 - Fotografare la Luna con Minolta: Un Manifesto Misterioso

Il manifesto del 1969 per Minolta, che promuoveva la capacità di fotografare la luna, suscita qualche perplessità. La luna, infatti, non è visibile nella pubblicità, e la modella sembra coprire l'immagine celeste con il suo braccio. Dopo ulteriori ricerche, ho scoperto che il claim gioca su un doppio significato: la modella, Danyele Luna, è uno dei primi volti di colore a farsi notare nel mondo della moda, con un'altezza imponente di quasi un metro e novanta. Questo spiega il riferimento implicito, rendendo il messaggio della campagna più chiaro.





1970 - Qwerty jeans

Punti di vista


1970 - Calze Exa

Viaggio nella Pubblicità degli Anni '70: Le Calze Axa

Continuando il nostro viaggio attraverso la pubblicità degli anni '70, è evidente che molte campagne dell'epoca avevano un tono provocatorio, anche se non tutte erano apertamente sessiste. Conoscere il passato è essenziale per comprendere il presente e fare progressi.

Oggi ci concentriamo su Axa Calze, fondata nel 1963 a Busto Arsizio, in provincia di Varese, un'area nota per la sua tradizione tessile. Axa ha evoluto le sue tecniche di produzione nel tempo, mantenendo però un forte legame con la tradizione manifatturiera italiana.

Uno degli spot pubblicitari dell'epoca recitava: "Le calze mie che piacciono a lui". Tuttavia, nella pubblicità, le calze stesse sembrano quasi invisibili. Oggi, un annuncio del genere sarebbe inaccettabile, poiché la parità di genere richiede che i prodotti siano apprezzati da tutti, non solo da un "lui".






1975 - Segreteria Telefonica Liliphone: Un Annuncio Geniale

Nel 1975, la pubblicità per la segreteria telefonica Liliphone della SIP si distingueva per il suo approccio creativo. Il claim "Segretaria abilissima offresi 24 ore su 24" giocava con l’idea di una segretaria sempre disponibile, evidenziando le capacità del dispositivo.

Questo annuncio è una deliziosa espressione di ingegno pubblicitario, capace di trasformare una semplice segreteria telefonica in una figura indispensabile, combinando funzionalità e un tocco di umorismo.





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