Con questo post, ci allontaniamo dall’intento iniziale della rubrica, che è quello di mettere in luce la creatività italiana nell’advertising degli anni '60, '70 e '80, le tre decadi d'oro della pubblicità. Tuttavia, non si può parlare di quel periodo senza menzionare Big Jim.
Sebbene le pubblicità dedicate a Big Jim non brillassero per creatività, è innegabile che abbiano mantenuto una presenza costante per ben 16 anni, accompagnando l'infanzia di chi è nato negli anni '70, come il sottoscritto, attraverso le pagine del settimanale Topolino.
Big Jim, "l’omm", è ricordato da molti come il fidanzato ufficiale di Barbie, in contrapposizione al più androgino Ken. Le pubblicità dell'epoca ci insegnavano che l'uomo "vero" non poteva essere biondo o androgino; indossava camicie a quadri e non praticava tennis, ma si cimentava in attività come il calcio o il karate. Big Jim poteva essere un cowboy, un calciatore o un taglialegna, protagonista di mille avventure. Con un semplice gesto, premendo un tasto sulla schiena, il pupazzo eseguiva colpi di karate o pugni.
Nato nel 1972 dalla Mattel come concorrente dei C.I. Joe della Hasbro, Big Jim fece il suo ingresso in Italia nel 1973, riscuotendo un grande successo tra i genitori, proprio perché, a differenza dei suoi concorrenti, non era militarizzato. I C.I. Joe, con le loro pubblicità spettacolari piene di esplosioni, non riuscirono a conquistare il mercato italiano.
In Italia, Big Jim conquistò una popolarità che superò quella ottenuta nella sua patria d'origine, con i papà che si identificavano nel personaggio e nelle sue avventure. Il suo successo fu tale che la Panini gli dedicò un album di figurine, mentre fiorirono fumetti, giochi da tavolo e una linea di abbigliamento, tutto attorno a questo "uomo vero" privo di artifici.
Di seguito, una galleria delle prime pubblicità italiane risalenti al '72/'73, quando il logo "BIG JIM" non era ancora tridimensionale e il claim recitava “Sentiti grande”, un invito a essere un vero “BIG”.
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