anni 80 - La Dottoressa Alma Manuela Tirone: Un’Icona della Nutrizione Italiana Alma Manuela Tirone, conosciuta come la “Dottoressa Tirone”, è stata una figura d

Alma Manuela Tirone, conosciuta come la "Dottoressa Tirone", è stata una figura emblematica della televisione italiana degli anni '80 e '90. Nata a Napoli il 29 gennaio 1952, si è laureata in medicina nel 1976, specializzandosi in endocrinologia e diventando un'affermata dietologa.

La sua fama è esplosa grazie a numerose apparizioni in programmi televisivi, dove presentava le sue innovative diete, come la Dieta Minilinea, la Dieta Express e la Dieta Blocca-Peso, che hanno ottenuto vendite straordinarie e l'hanno portata a diventare un'icona del benessere. Ha pubblicato diversi libri di successo che hanno conquistato il pubblico, contribuendo a una visione più sana dell’alimentazione.

Tuttavia, la sua carriera è stata segnata da controversie. Nel 1989, al culmine del suo successo, è stata coinvolta in un caso di appropriazione indebita e bancarotta, ma è stata successivamente assolta. Questo evento ha avuto un impatto negativo sulla sua reputazione e ha segnato l'inizio di un declino nella sua carriera.

La sua vita personale è rimasta avvolta nel mistero, soprattutto dopo la sua morte avvenuta il 16 marzo 2008 a Roma. Nonostante i rapporti di stampa, la notizia del suo decesso è emersa solo mesi dopo, alimentando speculazioni e interrogativi sul suo stato di salute e sulla sua vita privata. Voci hanno suggerito che potesse essere viva e in incognito.

Attualmente, riposa in una tomba semplice a Benevento, dove ha richiesto che le sue iniziali AMT e le date di nascita e morte siano le uniche informazioni presenti. La sua storia è un esempio di come una carriera brillante possa essere segnata da alti e bassi, lasciando dietro di sé un'eredità complessa e una serie di misteri irrisolti.

Curiosità: Il cantante ironico Tony Tammaro cita la Dottoressa Tirone nella canzone "La Pubblicità" con il verso: "Ogni sera 'na tisana d''a Tirone, se ne scenne 'o pantalone."






1965 - Il Telefono Grillo: Un’Icona di Innovazione e Design Italiano



Nel 1965, il panorama delle telecomunicazioni subì una trasformazione radicale con il lancio del telefono Grillo, un apparecchio che non solo cambiò il modo di concepire il telefono, ma divenne anche un simbolo di innovazione nel design. Ideato dai rinomati designer italiani Marco Zanuso e Richard Sapper, il Grillo si distinse per il suo innovativo formato "a scatto", che permetteva di aprirlo e chiuderlo a conchiglia. Questa soluzione ingegnosa non solo lo rendeva pratico, ma anche estremamente compatto, perfetto per l’uso con una sola mano.
Un Design Funzionale e Moderno

Prodotto dalla SIP (Società Italiana per l'Esercizio Telefonico) in collaborazione con Italtel, il Grillo era progettato per essere semplice e funzionale, senza compromettere l'estetica. La sua struttura elegante e le dimensioni ridotte lo resero subito popolare, trasformandolo in un’icona del design italiano negli anni '60. Il Grillo non era solo un telefono, ma un accessorio di stile che rappresentava il gusto e l’innovazione dell’epoca.
Impatto Culturale e Ritorno al Futuro

Negli anni, il telefono Grillo ha mantenuto la sua rilevanza, diventando un oggetto da collezione. La sua forma unica e il suo design distintivo lo hanno reso un simbolo della cultura pop italiana, con una presenza che va oltre la semplice funzionalità. Recentemente, il Grillo ha conosciuto un nuovo rinascimento, con una serie di edizioni limitate che celebrano il suo legame con il passato e la sua attualità nel mondo del design contemporaneo.

Oggi, il telefono Grillo è spesso esposto in mostre di design e musei, dove continua a ispirare nuove generazioni di designer e appassionati. La sua influenza può essere vista in molti dispositivi moderni, dimostrando che le idee innovative e il buon design sono sempre attuali.
Conclusione

In un mondo in continua evoluzione, il telefono Grillo rappresenta un perfetto connubio tra funzionalità ed estetica, un esempio di come il design possa trasformare oggetti quotidiani in vere e proprie opere d’arte. La sua storia è una testimonianza dell’ingegno italiano e della capacità di innovare, qualità che continuano a caratterizzare il design Made in Italy.




Cinzano: 260 Anni di Storia e Tradizione

l nome Cinzano risale al 1568, quando la famiglia avviò la produzione di rosolio nel borgo di Pecetto Torinese. Nel 1707, Giovanni Battista Cinzano ottenne la licenza per vendere i suoi elisir a Torino, e nel 1757 i suoi eredi aprirono una bottega nel cuore della città. Dal 1786, Cinzano brillava come miglior produttore di Vermouth grazie al riconoscimento dei Savoia, che incentivarono le sue sperimentazioni.

L’azienda, che divenne ufficialmente tale nel 1817 con Francesco Cinzano, ha attraversato varie fasi storiche, con un marchio iconico registrato nel 1914 e influenze artistiche negli anni Venti. Oggi, Cinzano è un nome globale sotto il gruppo Campari. Per celebrare i 260 anni, l'azienda ha lanciato l'Alta Langa DOCG Cuvée Vintage 2009, un raffinato spumante che ha brillato alla Cena di Gala di Torino, continuando a fondere tradizione e innovazione con eleganza


Ovviamente in questa sede ci occuperemo degli anni 60 70 e della loro comunicazione commerciale.













60 -70 pubblicità di genere dal sessismo all'emancipazione femminile - Parte 2

 1969 - Grappa Fior di Vite Ramazzotti: Una Pubblicità Provocatoria

Nel 1969, la campagna pubblicitaria per la Grappa Fior di Vite Ramazzotti utilizzava un claim audace: "Una bionda nel sacco." Il messaggio descriveva la grappa come "bionda naturale, forte e gentile," con un "corpo" morbido e caldo, suggerendo una promozione sottile e stimolante. Il testo aggiungeva che la grappa era "nel sacco fino al collo," giocando su doppi sensi e suggestioni.

Questa pubblicità, pur essendo ingegnosa, riflette l’approccio provocatorio dell’epoca e il modo in cui il marketing poteva giocare con le connotazioni e le immagini



Nel 1970, la pubblicità dei collant Mini Block

 giocava con un claim ironico: "Perfetta tenuta nelle curve". Nonostante l'immagine di una macchina, il messaggio si riferiva in realtà alla qualità dei collant.

Il claim sfrutta un gioco di parole per mettere in risalto la capacità del prodotto di adattarsi perfettamente alle forme del corpo, mostrando come il marketing dell'epoca utilizzasse strategie creative e sorprendenti per attirare l'attenzione.


Ecco una versione concisa e giornalistica del tuo testo:


1970 - "Scappa con Superissima": Una Pubblicità Storica

"Scappa con Superissima" è una pubblicità che ha fatto storia, nota per la sua versione orizzontale. Questo claim iconico ha catturato l'immaginazione del pubblico con il suo messaggio distintivo e l’approccio creativo.



Nel 1969, il claim della pubblicità di calze Sisi recitava: "La liberazione sessuale è un paio di calze Sisi." Questa frase audace giocava con il concetto di emancipazione e libertà, suggerendo che la moda potesse essere un simbolo di liberazione.

Un esempio di come la pubblicità dell’epoca utilizzava il provocatorio per attrarre l'attenzione e riflettere i cambiamenti sociali.



1970 - "Il Collezionista": Il Dopobarba che Cambiava Tutto

L’uomo che indossava questo dopobarba diventava subito "il collezionista". Ma cosa rendeva così speciale questo prodotto?


Pubblicità Sessista: Vidal e il "Grande Incontro"

La pubblicità di Vidal del passato presenta un claim che oggi sarebbe considerato inaccettabile. Con il messaggio "Preparati al grande incontro" e il sottotitolo "Metti la KO", lo spot mostra una donna in una posizione di bondage, affaticata e in una postura discinta.

Questa campagna, purtroppo, riflette i concetti maschilisti e sessisti dell'epoca. Sebbene possa sembrare ironica, è un esempio di pubblicità che oggi non sarebbe più tollerata, sottolineando l'importanza dei cambiamenti nella sensibilità sociale e nella pubblicità.





60 -70 pubblicità di genere dal sessismo all'emancipazione femminile - Parte 1

 Negli anni '60, la pubblicità spesso rifletteva e rinforzava stereotipi di genere. Le donne erano spesso rappresentate in ruoli tradizionali e subordinati, come casalinghe dedite esclusivamente alla cura della famiglia e alla gestione della casa. Questo tipo di pubblicità spesso utilizzava immagini e messaggi che promuovevano ideali di bellezza e comportamento femminile ristretti e stereotipati.

Con l'avvento degli anni '70 e l'emergere del movimento femminista, si iniziò a vedere un cambiamento nella pubblicità. Le campagne pubblicitarie cominciarono a riflettere e talvolta a promuovere l'emancipazione femminile. Questo cambiamento fu accompagnato da una crescente attenzione verso la rappresentazione delle donne come individui con ambizioni professionali e personali al di fuori dei tradizionali ruoli domestici.

Un esempio notevole di questa transizione è rappresentato dalla pubblicità di prodotti come gli shampoo e i detergenti per la casa, che iniziarono a mostrare donne attive e sicure di sé, spesso con carriere di successo. Questi cambiamenti riflettevano e contribuivano a una maggiore consapevolezza della parità di genere.

Nel contesto delle pubblicità dissacratorie, che utilizzano ironia o umorismo per sfidare le norme e i valori prevalenti, si possono vedere campagne che ridicolizzano i ruoli di genere tradizionali o criticano apertamente i messaggi sessisti precedenti. Queste pubblicità non solo sfidano le norme esistenti, ma aiutano anche a ridefinire il ruolo e l'immagine delle donne nella società.

Nel complesso, l'evoluzione delle pubblicità da messaggi sessisti a rappresentazioni di emancipazione femminile riflette un cambiamento più ampio nella società, in cui le questioni di genere e le aspettative sociali sono state messe in discussione e riformulate. Questo processo ha contribuito a una maggiore inclusività e rappresentanza nelle comunicazioni pubblicitarie, anche se il percorso verso una piena parità è ancora in corso.


Esempi


1968 - "Dorothy Gray."

Se ne vedono in giro sempre di più belle. Hanno il viso più fresco, la pelle più giovane, sono... più donne, ecco. Poi, mi sono accorto che la stessa cosa è successa a mia moglie. "Magia?" ho chiesto. "Macché" ha risposto "Dorothy Gray."
Annuncio per periodici
Magazine advertisement
Art Director / John Brooks
Artista / John Brooks
Fotografo / Donaldson
Cliente/Dorothy Gray



1967 - La Perla - Torino

Simpatica a prima vista... Effettivamente la foto per la pubblicità de La Perla mare riesci a far trasparire proprio questo dal manifesto pubblicitario complimenti ai creativi.




1968 - Stop 84 clame: Grana regalo di Natale.
Effettivamente...



1968 -  Maidenfotm

Nel 1968, la pubblicità di Maideinforma si è distinta per il suo messaggio innovativo. Con il claim "Quelli che gli altri non vedono", la campagna ha cercato di mettere in luce le prospettive delle donne e di sfidare i tabù dell'epoca. La pubblicità ha affrontato temi di emancipazione femminile, riconoscendo il ruolo crescente delle donne nella società. Il messaggio ha contribuito al dibattito culturale dell'epoca senza risultare particolarmente entusiasta o eclatante.



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Massimo Perfetto, Enzo Perna e altri 5



1968 - La Perla di Torino: Un Claim Memorabile

Il claim del 1968 per l'azienda di intimo Marta, basata a Torino, rappresenta un esempio notevole di comunicazione pubblicitaria. Questo messaggio innovativo per l'epoca offre una lezione di creatività che potrebbe essere di grande valore per i professionisti odierni.

Nonostante le mie ricerche sugli annuari pubblicitari e le fonti online, ho trovato scarse informazioni aggiuntive riguardanti l'azienda di intimo Marta. Questo rende difficile approfondire ulteriormente il contesto e l'impatto della campagna, ma il claim rimane un riferimento significativo nel panorama della pubblicità del periodo.





1968 - San Pellegrino 

Agenzia pubblicitaria ATA Milano


1969 - Fotografare la Luna con Minolta: Un Manifesto Misterioso

Il manifesto del 1969 per Minolta, che promuoveva la capacità di fotografare la luna, suscita qualche perplessità. La luna, infatti, non è visibile nella pubblicità, e la modella sembra coprire l'immagine celeste con il suo braccio. Dopo ulteriori ricerche, ho scoperto che il claim gioca su un doppio significato: la modella, Danyele Luna, è uno dei primi volti di colore a farsi notare nel mondo della moda, con un'altezza imponente di quasi un metro e novanta. Questo spiega il riferimento implicito, rendendo il messaggio della campagna più chiaro.





1970 - Qwerty jeans

Punti di vista


1970 - Calze Exa

Viaggio nella Pubblicità degli Anni '70: Le Calze Axa

Continuando il nostro viaggio attraverso la pubblicità degli anni '70, è evidente che molte campagne dell'epoca avevano un tono provocatorio, anche se non tutte erano apertamente sessiste. Conoscere il passato è essenziale per comprendere il presente e fare progressi.

Oggi ci concentriamo su Axa Calze, fondata nel 1963 a Busto Arsizio, in provincia di Varese, un'area nota per la sua tradizione tessile. Axa ha evoluto le sue tecniche di produzione nel tempo, mantenendo però un forte legame con la tradizione manifatturiera italiana.

Uno degli spot pubblicitari dell'epoca recitava: "Le calze mie che piacciono a lui". Tuttavia, nella pubblicità, le calze stesse sembrano quasi invisibili. Oggi, un annuncio del genere sarebbe inaccettabile, poiché la parità di genere richiede che i prodotti siano apprezzati da tutti, non solo da un "lui".






1975 - Segreteria Telefonica Liliphone: Un Annuncio Geniale

Nel 1975, la pubblicità per la segreteria telefonica Liliphone della SIP si distingueva per il suo approccio creativo. Il claim "Segretaria abilissima offresi 24 ore su 24" giocava con l’idea di una segretaria sempre disponibile, evidenziando le capacità del dispositivo.

Questo annuncio è una deliziosa espressione di ingegno pubblicitario, capace di trasformare una semplice segreteria telefonica in una figura indispensabile, combinando funzionalità e un tocco di umorismo.





1968 - "Vai forte": un'espressione che non passa mai di moda


"Vai forte": un'espressione che non passa mai di moda

"Vai forte" o "vai fortissimo" è una frase che utilizzo spesso, bonariamente, per prendere in giro amici e amiche che ricevono complimenti o ammiccamenti dal sesso opposto. Questa espressione, tuttavia, ha anche una storia interessante nel mondo della pubblicità.
Il termine "vai forte" deriva dall'italiano colloquiale e può essere ricondotto all'idea di andare bene, procedere con successo o avere buone performance in un determinato ambito. La frase è una combinazione di "vai", forma imperativa del verbo "andare", e "forte", che indica forza, potenza o efficacia.

L'uso di "vai forte" è diventato più comune nell'italiano moderno, specialmente tra i giovani, per incoraggiare o riconoscere qualcuno che sta facendo bene qualcosa. Ad esempio, può essere utilizzato per incoraggiare un atleta prima di una gara ("Vai forte!") o per elogiare qualcuno che ha ottenuto un buon risultato ("Stai andando forte!"). La popolarità di questa espressione è aumentata negli ultimi decenni grazie all'influenza della cultura pop, dei media e della comunicazione informale tra le persone.
Nel 1966, Opel lanciò una campagna pubblicitaria per la Kadett 1000 utilizzando lo slogan "Va forte". L'obiettivo era sottolineare le buone prestazioni del veicolo nonostante il motore di piccola cilindrata da 1 litro. La pubblicità metteva in risalto la velocità e l'accelerazione della vettura, evidenziando anche la sua economicità nei consumi di carburante. L'affidabilità era un altro punto chiave, facendo leva sulla reputazione di Opel come produttore di auto robuste e durevoli. Inoltre, venivano enfatizzati il design moderno e il comfort degli interni, rendendo la Kadett 1000 attraente non solo per la funzionalità ma anche per l'estetica. La campagna ebbe un buon impatto, consolidando la posizione di Opel nel mercato delle auto compatte e aumentando la popolarità della Kadett 1000 tra gli automobilisti alla ricerca di un'auto economica ma performante.



Anche l'azienda tessile Cassera ha fatto uso di questo slogan. Fondata nel 1901 a Ranica, Bergamo, Fassera Emilio & Figli è rinomata per la produzione di tessuti pregiati. Grazie a un costante investimento in tecnologie avanzate e formazione del personale, Cassera si è affermata per la qualità dei suoi tessuti naturali come cotone, lino e seta. Mantenendo un forte impegno verso l'innovazione e la sostenibilità, il marchio serve una clientela internazionale tra cui case di moda di lusso e aziende di arredamento. L'azienda collabora con designer e artisti per creare collezioni esclusive, rimanendo un punto di riferimento nel settore tessile italiano. Nel lancio delle sue camicie, Fassera ha scelto lo slogan "la camicia che va forte", strizzando l'occhio all'uomo che conquista.
In tempi recenti, nelle mie ricerche ho trovato un noleggio auto dal nome proprio di "VAI FORTE". Insomma, nonostante la sua origine risalgaa agli anni '60, questa frase continua a "andare forte", mantenendo la sua rilevanza e il suo impatto nel linguaggio quotidiano e nella pubblicità.









1974 - Brava, Brava Mariarosa - Bertolini c

Romano Bertola (Torino, 10 maggio 1936 – Torino, 6 novembre 2017) è stato un compositore, paroliere, scrittore e cantante italiano, riconosciuto tra i più brillanti creativi di Armando Testa negli anni '60, '70 e '80.

La sua carriera inizia nel 1958 come scrittore, vincendo il premio Cesare Pavese con "La stanza delle mimose". Successivamente, si dedica alla pubblicità presso Armando Testa, creando jingle memorabili per Carosello, come "Merenderos" per la Talmone e "Miguel son mi". Tra le sue composizioni musicali più note ci sono "Un diadema di ciliegie" e "Torna a casa mamma".

Il personaggio di Mariarosa, creato da Romano Bertola per il lievito Bertolini, è stato introdotto nel 1974.

Mariarosa, un personaggio creato da Bertola nel 1974 per il lievito Bertolini, rappresenta una casalinga ideale dell'epoca. Disegnata da Maria Pia Franzoni Tomba, Mariarosa è una bimba di sette anni che riflette l'ottimismo e l'energia dell'Italia degli anni '50. Le sue avventure al Carosello e i ricettari dedicati a lei hanno segnato un'epoca d'oro della televisione e della pubblicità tradizionale.

Oggi, Mariarosa è stata rinnovata per la comunicazione social e diventa la testimonial perfetta per Rebecchi, firmando la linea della decorazione classica. Romano Bertola, con la sua creatività poliedrica, ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana, continuando a ispirare generazioni.


In esclusiva per ADVINTAGE pubblichiamo un episodio 

 © Editrice sei | Ia scuola











1956 - 1970 - Lo sparacaramelle PEZ

 Lo sparacaramelle PEZ è nato nel 1927, con il nome che deriva dalla parola tedesca "Pfefferminz" (menta piperita) e formato dalle prime lettere P, E e Z. Il distributore di caramelle PEZ che conosciamo oggi, con la caratteristica testina decorata, è stato introdotto negli anni '50. Inizialmente destinati agli adulti come alternativa alle sigarette, i distributori PEZ sono poi diventati molto popolari tra i bambini grazie ai personaggi famosi raffigurati. L'azienda PEZ International AG, con sede in Austria, produce ancora oggi questi distributori.

Nel 1955, la collaborazione tra PEZ e Disney ha segnato una svolta significativa, portando alla creazione di distributori con i personaggi iconici di Disney, come Mickey Mouse, Minnie Mouse e Paperino. Questa partnership ha reso i distributori PEZ molto popolari tra bambini e collezionisti, includendo anche personaggi di film più recenti come "Toy Story", "Frozen" e "Cars". Negli anni '70, i distributori PEZ continuarono a guadagnare popolarità, introducendo nuovi personaggi e temi per mantenere il prodotto interessante.

Durante questo decennio, PEZ ha ampliato la sua gamma di personaggi includendo icone di Warner Bros. e Hanna-Barbera, come Bugs Bunny, Daffy Duck, Fred Flintstone e Barney Rubble. Oltre ai cartoni animati, PEZ ha esplorato temi di serie televisive, film e figure storiche, riflettendo le tendenze culturali dell'epoca. Innovazioni nel design dei distributori, con dettagli più raffinati e colori vivaci, hanno aumentato il loro fascino sia per bambini che per collezionisti. Gli anni '70 hanno visto una crescita significativa nel mercato dei collezionisti di PEZ, con edizioni speciali e limitate che hanno alimentato ulteriormente l'interesse.

PEZ ha continuato a espandersi a livello internazionale, raggiungendo nuovi mercati e aumentando la presenza globale. Questo ha portato a una maggiore diversificazione dei personaggi e dei temi per adattarsi ai gusti dei diversi mercati. In sintesi, gli anni '70 sono stati un periodo di crescita e innovazione per i distributori di caramelle PEZ, con l'introduzione di nuovi personaggi, temi e miglioramenti nel design che hanno consolidato la loro popolarità e creato una base di collezionisti dedicati.









1985 - Le Edizioni Master e il Fenomeno dei Paninari negli Anni '80

Le Edizioni Master e il Fenomeno dei Paninari negli Anni '80

Non basterebbe un’enciclopedia per raccontare come è nata la corrente dei "paninari", che dominò gli anni '80. Cercheremo quindi di riassumere brevemente questo fenomeno culturale.

I paninari sono stati un fenomeno di costume che ha avuto origine nei primi anni '80 a Milano, ma si è poi diffuso in tutta Italia e oltre i confini nazionali. Questi giovani, prevalentemente adolescenti, si riunivano nei locali di zona come Piazza San Babila e si caratterizzavano per l’ossessione per l’abbigliamento griffato e l’uso di un linguaggio codificato. Il termine deriva da un locale milanese, il bar Al Panino.

I paninari rappresentavano uno stile di vita e un fenomeno culturale basato sull’edonismo, la ricerca del piacere e l’apparenza. La moda paninara era caratterizzata da capi di abbigliamento di lusso e un’attitudine casual, in netta contrapposizione agli stili delle altre sottoculture dell’epoca. I paninari amavano la musica pop americana, come i Duran Duran, e i loro gusti cinematografici spaziavano da “Top Gun” a “Rocky” e “Rambo”.

Sebbene durati poco meno di un decennio, questa ondata travolse il mondo sociale dell'epoca, influenzando la pubblicità, l'editoria e i gadget.

Nel 1985, le Edizioni Master lanciarono gli stickers "Quelli del Panino", una collezione di adesivi molto popolare negli anni '80. Questi stickers raffiguravano personaggi e oggetti legati alla cultura giovanile dell’epoca e furono particolarmente amati dai paninari. La collezione includeva immagini di vestiti, accessori, cibo e icone della musica e dello spettacolo.

 Gli album dedicati ai paninari rappresentavano la vita quotidiana, la moda e i luoghi di ritrovo dei giovani dell'epoca. Gli sticker erano caratterizzati da illustrazioni colorate e stilizzate che catturavano l'essenza della subcultura.

Le Edizioni Master collaboravano con vari illustratori italiani per creare le immagini degli sticker. Tra i più noti, Enzo Marciante, un illustratore molto attivo negli anni '80 e '90, specializzato in illustrazioni per ragazzi, e Trentini. Questi artisti riuscivano a rendere vividi e accattivanti i temi trattati, contribuendo al successo degli album.

Gli album di figurine dei paninari delle Edizioni Master non erano solo un passatempo, ma anche un modo per celebrare e diffondere la cultura dei paninari. Hanno avuto un impatto significativo nella cultura popolare italiana degli anni '80, diventando un simbolo di quell'epoca. Le Edizioni Master hanno giocato un ruolo importante nella diffusione di questa cultura attraverso i loro album di figurine, che rimangono un ricordo nostalgico e un interessante oggetto di collezione per gli appassionati di storia della cultura pop italiana.

Attraverso immagini colorate e stilizzate, hanno contribuito a diffondere una cultura giovanile unica, diventando un emblema degli anni '80 in Italia.

Se vi fa piacere ho dedicato un blog alle figurine