Negli anni ’60, la Perugina, storica azienda dolciaria fondata a Perugia nel 1907, rivoluzionò il mercato italiano con i Flipper, confetti di cioccolato ricoperti da una glassa colorata. Non erano semplici dolci: confezionati in astucci cilindrici di metallo, spesso accompagnati da gadget come mini giochi o campetti da calcio, trasformavano ogni acquisto in un momento di sorpresa e divertimento.
Il packaging brillante, i colori vivaci e le campagne pubblicitarie puntate sul gusto, sul gioco e sulla fantasia fecero dei Flipper un prodotto amatissimo dai bambini e un simbolo della creatività italiana. In breve tempo diventarono un’icona nazionale, capace di unire qualità del cioccolato e intrattenimento.
La loro parabola però cambiò nel 1988, quando la Perugina fu acquisita da Nestlé. L’azienda svizzera decise di razionalizzare la propria offerta: due prodotti simili nello stesso mercato rischiavano di entrare in conflitto. Nei primi anni ’90 i Flipper furono quindi ritirati dalla produzione. Da allora sono rimasti un ricordo nostalgico, celebrati da collezionisti e appassionati come una delle espressioni più originali del made in Italy dolciario.
Solo a questo punto entrano in scena gli Smarties, creati in Inghilterra da Rowntree & Co. nel 1937 e divenuti parte del portafoglio Nestlé. Diffusi a livello internazionale e sostenuti da una comunicazione globale, negli anni ’90 presero definitivamente il posto dei Flipper sul mercato italiano, imponendosi come le celebri “lenticchie di cioccolato colorate” che ancora oggi dominano gli scaffali.
La storia dei Flipper e degli Smarties racconta così due mondi diversi: da un lato un prodotto locale, creativo e legato all’esperienza ludica; dall’altro un marchio globale, supportato da una strategia internazionale. Due approcci che, intrecciandosi, hanno segnato l’immaginario di più generazioni di consumatori.
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