1974 - Il bambino Kinder: il sorriso che ha conquistato il mondo


Un sorriso stampato sulla confezione di una barretta di cioccolato, semplice e rassicurante, è diventato nel tempo uno dei volti più riconoscibili della storia della pubblicità. La storia di Kinder inizia nel 1968 ad Alba, quando Michele Ferrero, con la sua visione imprenditoriale, decide di creare un cioccolato pensato per i bambini, che fosse gustoso ma anche rassicurante per i genitori. Nasce così il Kinder Cioccolato, la barretta con il celebre slogan “più latte, meno cacao”, pensata per essere facilmente impugnata dalle mani dei più piccoli. Pochi anni dopo, nel 1974, arriva il Kinder Sorpresa, l’uovo che racchiude un gioco. All’inizio accolto con scetticismo, diventa un successo mondiale e un simbolo di gioia per intere generazioni, con il dettaglio studiato del guscio giallo interno che richiama un tuorlo d’uovo.

A rendere unico il prodotto delle barrette  è anche l’immagine del bambino che per decenni ha accompagnato le confezioni. Il primo volto, rimasto a lungo anonimo, fu quello di Günter Euringer, un bambino tedesco che dal 1973 al 2005 sorrise dalle barrette Kinder. La sua identità rimase nascosta fino a quando, ormai adulto, decise di raccontare la propria storia in un libro autobiografico, spiegando di non essersi mai sentito famoso nonostante il volto fosse conosciuto in tutto il mondo. Nel 2005 Ferrero scelse di rinnovare l’immagine e affidò quel ruolo a un bambino italiano, Matteo Farneti, che divenne il nuovo “bambino Kinder” fino al 2019. La sua presenza non fu priva di controversie, con diversi ragazzi che in seguito hanno millantato di essere stati il volto delle barrette. Ferrero ha chiarito ogni dubbio confermando che l’immagine era proprio la sua. Una scelta di marketing, quella del cambio di volto, legata al desiderio di mantenere sempre attuale e fresca l’immagine del marchio.

Dietro il nome stesso di Kinder, che in tedesco significa “bambini”, si cela la vocazione internazionale e familiare del brand. Non mancano le curiosità che circondano i prodotti: il celebre ovetto Kinder Sorpresa, per esempio, è stato a lungo vietato negli Stati Uniti per una legge che impediva l’inserimento di oggetti non commestibili negli alimenti; solo con il Kinder Joy, che separa cioccolato e sorpresa in due scomparti, il marchio ha varcato i confini americani. Altri prodotti, come l’Happy Hippo, hanno lasciato il segno pur non essendo più disponibili in Italia, alimentando la nostalgia di chi li ha amati.

La storia di Kinder, fatta di intuizioni geniali, cura nei dettagli e attenzione alle emozioni, ha trasformato un semplice cioccolatino in un fenomeno culturale mondiale. Ma soprattutto ha reso immortale l’immagine di un bambino sorridente, capace di accompagnare l’infanzia di milioni di persone e di diventare, senza volerlo, parte della memoria collettiva.












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