1977 - Le Caramelle charms Alemagma


Anno 1976. L’Italia è nel pieno del suo boom pubblicitario: sulle riviste patinate, tra un Carosello e l’altro, spuntano slogan che mescolano ironia, gusto e matematica. È il caso di questa deliziosa campagna Charms Alemagna, dove un professore distratto — con tanto di occhiali tondi, baffetti e lavagna piena di formule — viene “folgorato” non da un’equazione, ma dal gusto intenso di una caramella all’arancia.
Lo slogan, “raaggio per raggio per 3... aranci”, è un piccolo capolavoro di nonsense matematico, tipico dell’umorismo anni Settanta, quando la pubblicità sapeva prendersi gioco di sé stessa e del linguaggio tecnico. La battuta gioca sul doppio senso tra “raggio” (geometrico e solare) e “arancio”, evocando sapore, colore e solarità. Il tutto coronato dal payoff aziendale: “Gusto ad alta fedeltà”, un’espressione che strizza l’occhio alla tecnologia hi-fi di moda in quegli anni, ma applicata con arguta ironia a un prodotto dolciario.
Dietro il marchio, c’è la storica Alemagna, fondata a Milano nel 1921 da Gioacchino Alemagna e diventata, nel dopoguerra, una delle regine dell’industria dolciaria italiana. Dopo aver reso il panettone un simbolo nazionale, Alemagna allargò i suoi orizzonti al mondo delle caramelle, dei gelati e dei prodotti “da banco”. Tra questi spiccava proprio Charms, marchio americano importato in Italia negli anni ’60 e presto divenuto sinonimo di gusto brillante e confezione colorata.
Nel 1976 la ditta era già parte del gruppo SME/IRI, e investiva molto in pubblicità creativa

e di largo consumo. Questa campagna ne è un esempio perfetto: un’immagine semplice, ma studiata con cura, un tono scherzoso che strizza l’occhio al pubblico giovane, e un prodotto al centro della scena, senza troppi fronzoli.
Alemagna, allora come oggi, sapeva che per conquistare il consumatore serviva un’idea che facesse sorridere e venisse ricordata. E il professore con il gessetto e la caramella in mano, intento a confondere teoremi e agrumi, resta una delle immagini più gustose della pubblicità italiana degli anni Settanta.








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